Come evitare il soffocamento nei neonati? - BimbiSanieBelli.it

2022-12-20 14:33:53 By : Mr. Zhihao Wang

Dalla giusta posizione durante l’allattamento alle posate più adatte per imboccare il piccolo durante lo svezzamento. Rendere la pappa un momento sereno e sicuro è facile, basta seguire alcune regole-base e usare qualche piccolo trucco ed evitare il pericolo soffocamento nei neonati

Il momento della pappa (dalle prime poppate fino allo svezzamento) è un rituale importante non solo dal punto di vista della nutrizione, ma anche per il coinvolgimento emotivo e i meccanismi psicologici nel rapporto col cibo. L’apprendimento delle più corrette abitudini alimentari e l’apprezzamento dei sapori e della convivialità partono proprio dai primi pasti. Per questo bisognerebbe fare della pappa un’occasione piacevole, rilassata e divertente, da vivere senza fretta né ansie. E soprattutto mettere in atto le giuste misure per evitare il soffocamento dei neonati.

Durante la poppata il neonato deve succhiare, deglutire e respirare, attività da compiere contemporaneamente, che possono essere agevolate tenendolo nella posizione corretta. Durante l’allargamento al seno, l’ideale è tenere il piccolo con orecchio, spalla e anca su una linea retta e il pancino a contatto con la mamma. Se il flusso di latte è molto forte, è meglio assumere la posizione supina con bimbo disteso sulla pancia della mamma. 

I cuscini per l’allattamento

Offrono un aiuto concreto per risolvere i problemi di postura. Possono essere a forma di ciambella, a U o a serpentone: cingono la vita della mamma e forniscono appoggio al bambino, aiutandolo a raggiungere il seno più facilmente o a restare nella posizione migliore per ottimizzare la suzione. Al tempo stesso aiutano la mamma, alleviando la tensione muscolare dovuta al peso del bambino, anche grazie all’acido silicico contenuto nell’imbottitura (purché si scelga quella lì pula di farro anziché in poliestere.

In questo caso bisogna tenere presente che il contenuto fluisce in un modo continuo e non a richiesta. Perciò, per evitare che il latte vada di traverso, è importante tenere il bambino in grembo in posizione semi-eretta (non sdraiata per permettergli di deglutire meglio ed evitare che il latte defluisca verso le orecchie, aumentando il rischio di infezione), circondandolo con un braccio. Il biberon deve essere inclinato a 45 gradi, in modo che la tettarella entri completamente nella bocca del bambino e sia sempre piena di latte (e non d’aria). 

È un’altra precauzione importante per evitare che il bambino si ingozzi. Una tettarella troppo grande o con foro troppo ampio rischia, infatti, di far fluire il contenuto della bottiglia troppo velocemente nella bocca del piccolo, aumentando il rischio che gli vada di traverso. Meglio, quindi, fare attenzione all’età indicata sulla tettarella e usarne una con foro stretto per latte, camomilla e altri liquidi, e leggermente più largo per le pappe fluide. 

Tra le condizioni necessarie per iniziare lo svezzamento c’è la capacità del bambino di stare seduto, autonomamente (compatibilmente con la sua età). Pertanto, è importante che il bambino si abitui non solo a essere imboccato (e non più allattato al seno o col biberon) ma anche a stare a tavola come fanno i grandi. Viceversa, imboccare il piccolo mentre gioca o corre per casa non solo non aiuta a educarlo all’aspetto conviviale del pasto inteso come momento da condividere con la famiglia, ma aumenta enormemente le probabilità che il cibo gli vada di traverso. 

Tra i 6 mesi e 1 anno il seggiolone è il posto ideale dove servire i pasti al piccolo: l’estensione regolabile consente di posizionarlo alla stessa altezza della tavola mentre le imbracature servono a tenere schiena eretta, il che aiuta il cibo a scendere bene e non prendere vie traverse. Dai 2-3 anni, invece, si può agganciare l’apposito seggiolino al tavolo oppure utilizzare un alzasedia, in modo da far sedere il piccolo a tavola con il resto della famiglia.

Che posate usare per lo svezzamento?

In commercio si trovano set per la pappa di diverse forme, colori e materiali: da quelle più classiche in plastica e silicone, a quelle in vetro, porcellana, inox e perfino bamboo. Nella scelta è importante tenere conto della sicurezza del materiale, della morbidezza, della praticità, delle dimensioni e dell’assenza di parti rimovibili che potrebbero essere ingerite accidentalmente dal bambino.

Sia all’inizio dello svezzamento, quando il piccolo viene imboccato, sia quando è abbastanza grande da mangiare da solo, è importante usare posate morbide e abbastanza piccole per adattarsi alle dimensioni del palato e alla quantità di cibo che può inghiottire in sicurezza. Molto utili sono anche le tazze antirovesciamento, dotate di doppio manico e beccuccio, che consentono al bambino di bere da solo, sorreggendo il contenitore con due mani e succhiando il liquido nella quantità desiderata.  Per aiutare il piccolo a cominciare a mangiare da solo esistono in commercio ingegnosi utensili a metà tra il cucchiaio e il biberon: all’interno del manico contengono un piccolo serbatoio, in cui si possono inserire pappe semiliquide, frutta frullata o omogeneizzati che con una leggera pressione fuoriescono nella conca nel cucchiaino a piccole dosi.

Bocconi piccoli Introdurre troppo cibo nella bocca del piccolo (e dell’adulto!) aumenta il rischio che qualcosa gli vada di traverso. Il pericolo cresce all’aumentare della consistenza del cibo: poiché all’inizio dello svezzamento il bebè fa fatica a triturare bene il cibo, bisogna tagliare gli alimenti a pezzetti piccoli in modo da consentirgli di masticarli meglio (o comunque di dimensioni tali da non ostruirgli la gola nel caso li dovesse inghiottire interi). Anche la consistenza della pappa non deve essere sottovalutata: se è molto liquida quando è calda, può addensarsi progressivamente e diventare grumosa man mano che si raffredda, per questo finché il bambino è molto lento a mangiare può essere utile procurarsi un piattino con serbatoio per l’acqua calda che mantenga la pappa alla temperatura ottimale.

È importante che il momento della pappa sia vissuto consapevolmente dal bambino, affinché fin da piccolo comprenda il significato del cibo e sviluppi con esso un rapporto sano (dal punto di vista fisico e psicologico). Quindi, oltre a evitare di rincorrere il piccolo per casa con il piattino della pappa o imboccarlo mentre gioca, è importante al momento dei pasti spegnere la tv ed evitare ogni distrazione. In questo modo il bambino sarà più concentrato su quello che sta mangiando, masticando e deglutendo correttamente.

Imparare le manovre di disostruzione pediatrica è di vitale importanza. Apprendere poche e semplici mosse, non solo serve ai genitori per mantenere la calma e la necessità necessarie ad affrontare ogni imprevisto, ma può davvero salvare una vita in caso di emergenza. 

Innanzi tutto, non bisogna lasciare mai il bambino solo in cucina anche quando è in grado di mangiare autonomamente. Occorre poi tagliare il cibo nel modo corretto per evitare che si attacchi in gola. Fondamentale è poi evitare di far mangiare e bere il bambino in auto:  i sobbalzi dell’abitacolo fanno aumentare l’ingestione di aria dal biberon aumentando il rischio di una deglutizione non corretta. Meglio fare una pausa in un’area di sosta e nutrirlo con calma. A maggior ragione se il bambino dà segni di mal d’auto: anche un eventuale rigurgito potrebbe provocare soffocamento.

Nel secondo trimestre appena iniziato non si dovrebbe ancora poter stabilire che la placenta è posizionata in modo da non permettere il parto vaginale.   »

Non è così automatico che i figli piccoli preferiscano la mamma, in quanto donna che li ha messi al mondo, a tutte le altre figure che si prendono cura di loro.  »

Quando si inizia la gravidanza in una condizione di obesità e, in più, si aumenta di peso rapidamente già a partire dal primo trimestre il rischio di sviluppare il temibile diabete gestazionale diventa alto, soprattutto se l'esame della curva da carico di glucosio evidenzia un'iperproduzione di insulina....  »

Posto che è il ginecologo curante a dover decidere l'intervallo di tempo tra un pap test e l'altro, in base al risultato ottenuto l'ultima volta che è stato effettuato, in generale non occorre farlo in gravidanza, se sono passati meno di tre anni dall'ultimo.   »