Giorgio Bianchi e i feretro con le sciarpe della Cremonese e del Celtic Glasgow

CASALMAGGIORE - Il Santuario Madonna della Fontana non è riuscito a contenere tutte le persone che ieri mattina hanno voluto dare l’ultimo affettuoso saluto a Giorgio Bianchi, il 56enne scomparso sedici mesi dopo la sua drammatica caduta accidentale in un dirupo avvenuta il 18 agosto 2021 a Carona, in provincia di Bergamo. Un epilogo che tutti avrebbero voluto evitare, ma le preghiere e le speranze non sono purtroppo servite.

È stata una partecipazione corale, in un’atmosfera di grande commozione, quella per l’addio a ‘Jorge’, anche per far sentire il più possibile la propria vicinanza ai due poveri genitori, già fiaccati ventotto anni fa dalla perdita del figlio Andrea, morto a soli 24 anni, e ora sottoposti ad un’altra drammatica prova. Impossibile immedesimarsi, perché solo mamma Annunciata e papà Franco sanno quel che provano, ma c’è da immaginare da quanto lacerante dolore siano attraversati. La perdita di un figlio o di una figlia è come se fermasse il tempo, come ha detto Papa Francesco: «Si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro».

Intorno al feretro di Bianchi hanno fatto sentire il loro calore i gruppi di tifosi delle sue squadre del cuore, la Cremonese, con il gruppo Baraonda di Casalmaggiore e gli amici di Cremona, e il Celtic, rappresentati dalle sciarpe posate sulla bara, sormontata da un cuscino di rose bianche, e dagli striscioni esposti sul sagrato: «A gnom da la basa («veniamo dalla bassa»). Ciao Jorge», «Ciao Jorge. Cremonese nel cuore». Presente anche una rappresentanza del «Fabio Group», tifosi del Vicenza gemellati con quelli del Baraonda. C’erano anche gli amici di Rive Gauche e dell’Anpi, con il presidente Giancarlo Roseghini a reggere la bandiera partigiana.

La funzione funebre è stata presieduta da padre Francesco Serra, rettore del Santuario, affiancato sul presbiterio da altri sette religiosi, tra cui gli altri padri della Fontana e don Angelo Bravi. Don Serra, nella sua omelia, si è rivolto a papà e mamma di Bianchi: «Avete dato una grande lezione di fede a tutti noi».

Toccante il ricordo di Gianpietro Lazzari, coetaneo di Bianchi: «Per ricordare una persona, in questo caso un amico fraterno, è necessario cogliere l’essenza. Non è facile in questo caso: Giorgio, Jorge per noi, è stato molte cose: un figlio, un fratello, un amico fraterno, un compagno di vita, un portatore di ideali; ma soprattutto è stato ‘uomo fra gli uomini’. Allora prendo spunto da una cosa che disse Papa Paolo VI: L’uomo contemporaneo, più che di maestri ha necessità di testimoni. Ecco Giorgio, in tutto ciò che ha fatto in vita, non si è mai eretto a maestro bensì è stato testimone. È stato testimone nella fede profonda. Lo è stato nel suo rapporto con la famiglia, fra gli uomini che ha frequentato, nelle associazioni, nei gruppi che amava e che animava. E lo è stato con la sua bontà d’animo, con quello spirito di solidarietà che lo caratterizzava, col suo essere compagno di tutti, esempio per tutti».

Per Lazzari quello della sua testimonianza è stata quindi la sua essenza, ce lo fa rendere ancora vivo anche se non è più su questa Terra. Poi un pensiero rivolto al papà di Giorgio: «Caro Franco, ti ricordi quando nell'agosto dell'anno scorso ci trovammo qui al santuario, insieme a molti altri, per un momento di raccoglimento sperando in una sorte migliore. Ecco mi rivolsi a te, come uomo legato da sempre al lavoro della terra. Ti dissi che se semini bene i risultati si vedono e i frutti nascono belli e tu — più di tutti — potevi capire questa cosa».

L'ultimo saluto a Giorgio Bianchi al Santuario Madonna della Fontana Il 56enne era caduto in un dirupo il 18 agosto 2021. Cordoglio anche via social

L'ultimo saluto a Giorgio Bianchi al Santuario Madonna della Fontana

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